
domingo, 20 de junho de 2010
La rete

sexta-feira, 11 de junho de 2010
Le rivoluzioni comunicative e la vocazione democratica dei media

Secondo M. McLuhan ¨Le società sono state sempre influenzate più dalla natura dei media, attraverso i quali gli uomini si comunicavano, che dal contenuto delle loro comunicazioni¨. Senza cadere in una analisi deterministica e tecno-centrica, appare tuttavia evidente come le alterazioni tecnologiche comunicative che hanno interessato periodicamente la nostra storia, hanno innescato importanti trasformazioni.
Si possono distinguere, all´interno della storia dell´occidente cinque momenti importanti di trasformazione tecnologico-sociale, cinque grandi rivoluzioni comunicative, che segnano l´inizio di importanti cambiamenti economici e sociali: l´invenzione della scrittura, avvenuta nel IV millennio A.C., l´invenzione dei caratteri mobili e della stampa, avvenuta nella metà del XV sec., la scoperta dell´elettricità e la sua applicazione alla comunicazione (radio, cinema, Tv) avvenuta alla fine del secolo XIX, l´avvento della comunicazione digitale (web 1.0), alla fine del secolo XX e, in fine, la banda larga e la diffusione della comunicazione sociale in rete (social network, web 2.0) nel 2006.Ad ognuna di queste rivoluzioni si assiste ad un incremento della quantità delle informazioni prodotte, ma anche ad un aumento del pubblico raggiunto da queste e, al tempo stesso, ad una riduzione del costo per la produzione delle stesse e del tempo necessario alla loro distribuzione. In altre parole, ad ogni rivoluzione comunicativa, l´introduzione di una nuova tecnologia per diffondere le informazioni (scrittura, stampa, giornali, radio, tv, reti) ha sempre determinato l´aumento delle quantità di informazioni prodotte e l´ampliamento del numero di persone che potevano essere raggiunte da un flusso comunicativo. L´impatto e le conseguenze ad ogni rivoluzione furono sempre, da diversi punti di vista, sociale, economico, politico, qualitative. E´ in tale aspetto inclusivo a risiedere il carattere democratico delle tecnologie comunicative, che soltanto nella nostra epoca digitale, raggiunge la possibilità piena dell´inclusione totale, ossia l´utopia dell´accesso di tutti gli individui a tutte le informazioni.
domingo, 6 de junho de 2010
Il futuro digitale della democrazia

Il futuro digitale della democrazia:
la società in rete e le trasformazioni tecnologiche della partecipazione sociale
I. Premessa breve
Il gruppo nato da face book Salviamo il lago di Albano è una risposta a tutto ciò ma è anche un nuovo formato che non si sostituisce appena al modo di far politica tradizionale ma crea qualcos´altro che non sappiamo ancora spiegarci per intero. La nostra epoca è marcata da un problema di linguaggio. Dinnanzi alle cose che ci succedono non abbiamo spesso le parole a disposizione, avvertiamo, per esempio, che la parola ¨sviluppo¨ non riesce a contenere e a descrivere quella pluralità di processi e di fenomeni meta-economici, culturali, sociali, ambientali, che oggi consideriamo condizioni implicite e requisiti indispensabili per l´avverarsi di una espansione economica duratura.
L´obiettivo che ci proponiamo sarà pertanto quello di fornire concetti, parole nuove e stimoli di riflessione, attraverso testi brevi ed agili, distribuiti a più riprese, in formato ¨post¨ che possano indicare dei cammini interpretativi su le possibilità che le reti digitali e le forme tecno-interattive di cittadinanza ci offrono. Breve e puntuali analisi, quindi, che rivelano gli ultimi dinamismi della stretta relazione tra modello democratico e struttura informativa, in ultima analisi, tra media,comunicazione e democrazia. Invece di uno sguardo critico sul potere dei media e sulla loro presunta capacità di manipolazione e di influenza, l´insieme delle informazioni che intendo raccogliere offriranno un interpretazione descrittiva sulle oggettive possibilità che in diversi continenti e nei contesti più diversi le reti digitali stanno aprendo, permettendo l´accesso alle informazione, la diffusione di contenuti, la difesa dell´ambiente, la sua appropriazione cosciente e la diffusione di pratiche di sviluppo info-territoriale gestite dal basso.