domingo, 6 de junho de 2010

Il futuro digitale della democrazia


Il futuro digitale della democrazia:

la società in rete e le trasformazioni tecnologiche della partecipazione sociale


I. Premessa breve

I contenuti che saranno di seguito qui postati, a partire da oggi, sono nati da un invito di Luca Nardi, creatore del gruppo faceboock Salviamo il lago di Albano e mio amico, che mi ha proposto di sviluppare una serie di punti per riflettere insieme sul significato delle reti digitali e sull´impatto della comunicazione digitale sui processi decisionali, sulle relazioni con il territorio e sui processi di trasformazione sociale. Detto così, l´intento può apparire eccessivamente ambizioso ed anche, forse, un pó troppo accademico ma, al contrario, l´obiettivo e la scomessa sarà quella di riuscire a cucire appena uno strumento di riflessione sulle nostre pratiche e su quello che sta succedendo al nostro agire e alla nostra forma di percepire e interpretare il nostro territorio. Più che un compendio, quindi, o un manuale, cercherò di mettere su uno strumento, di facile uso, una specie di glossario delle reti digitali, e delle forme ¨post politiche¨ delle società contemporanea. Il postulato da cui partiamo è la crisi del fare politica e del fare della politica. Crisi non solo italiana, ma epocale, che ha prodotto quel progressivo e ormai incolmabile allontanamento tra le istituzioni che nella modernità hanno costituito i legittimi spazi del confronto e dell´agire sociale (partiti, sindacati, governi, regioni, comuni, etc) e la società civile, in altre parole tra il mondo politica e i problemi reali della gente e del territorio.

Il gruppo nato da face book Salviamo il lago di Albano è una risposta a tutto ciò ma è anche un nuovo formato che non si sostituisce appena al modo di far politica tradizionale ma crea qualcos´altro che non sappiamo ancora spiegarci per intero. La nostra epoca è marcata da un problema di linguaggio. Dinnanzi alle cose che ci succedono non abbiamo spesso le parole a disposizione, avvertiamo, per esempio, che la parola ¨sviluppo¨ non riesce a contenere e a descrivere quella pluralità di processi e di fenomeni meta-economici, culturali, sociali, ambientali, che oggi consideriamo condizioni implicite e requisiti indispensabili per l´avverarsi di una espansione economica duratura.

L´obiettivo che ci proponiamo sarà pertanto quello di fornire concetti, parole nuove e stimoli di riflessione, attraverso testi brevi ed agili, distribuiti a più riprese, in formato ¨post¨ che possano indicare dei cammini interpretativi su le possibilità che le reti digitali e le forme tecno-interattive di cittadinanza ci offrono. Breve e puntuali analisi, quindi, che rivelano gli ultimi dinamismi della stretta relazione tra modello democratico e struttura informativa, in ultima analisi, tra media,comunicazione e democrazia. Invece di uno sguardo critico sul potere dei media e sulla loro presunta capacità di manipolazione e di influenza, l´insieme delle informazioni che intendo raccogliere offriranno un interpretazione descrittiva sulle oggettive possibilità che in diversi continenti e nei contesti più diversi le reti digitali stanno aprendo, permettendo l´accesso alle informazione, la diffusione di contenuti, la difesa dell´ambiente, la sua appropriazione cosciente e la diffusione di pratiche di sviluppo info-territoriale gestite dal basso.

Lo spazio del primo introduttivo messaggio è terminato. Una delle caratteristiche della comunicazione digitale è la rapidità, ossia lo scambio veloce ed efficiente delle informazioni. Mi chiamo Massimo Di Felice, insegno teoria della comunicazione digitale e teoria della opinione pubblica presso l`Università di S. Paulo in Brasile e sono di Albano.

Nenhum comentário: